Riflettiamo
I sacramenti dell'iniziazione cristiana: Il Battesimo
Segni dell’amministrazione del battesimo: L’acqua battesimale

Chiunque saprebbe descrivere lo svolgimento della celebrazione del battesimo, almeno nei suoi tratti essenziali. Il sacerdote versa tre volte dell'acqua sul capo del bambino dicendo: «Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Con queste parole e con questo segno si battezzavano e si battezzano i bambini.
Ma un esame del rito del battesimo ci offre maggiori ragguagli. Nelle osservazioni preliminari leggiamo: «Si può legittimamente usare sia il rito di immersione, segno sacramentale che più chiaramente esprime la partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo, sia il rito di infusione». In linea generale si continua però a usare il rito di infusione. Pure lo stesso rito si serve di questa descrizione e parla di una prima, seconda e terza infusione o immersione.
Per molti fedeli tale precisazione dell'atto battesimale non rappresenta nulla di straordinario; essi conoscono l'antica forma di amministrare il battesimo mediante immersione, tuttora praticata, per esempio, nella Chiesa orientale. E tuttavia, per quanto ben informata, forse la maggior parte di essi si è lasciata sfuggire la valutazione proposta dal rituale: «Si può legittimamente usare sia il rito di immersione, segno sacramentale che più chiaramente esprime la partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo, sia il rito di infusione». Sappiamo che nella pratica pastorale della Chiesa italiana si continua a usare il rito di infusione. Tuttavia la Chiesa riconosce chiaramente la preminenza, per lo meno una preminenza di onore, dell'amministrazione del battesimo mediante immersione.
A favore del battesimo mediante immersione si possono addurre racconti biblici, soprattutto le note parole di Paolo contenute nella lettera ai Romani: «Ignorate forse che tutti quelli che fummo battezzati per unirci a Cristo Gesù, fummo battezzati per unirci alla sua morte? Fummo dunque sepolti con lui per il battesimo per unirci alla sua morte, in modo che, come Cristo è risorto dai morti per la gloria del Padre, così anche noi abbiamo un comportamento di vita del tutto nuovo» (6,3-4). Queste parole della lettera ai Romani, riferentisi al battesimo per immersione, significano quindi: chi scompare tra i flutti, somiglia a uno che annega; egli è condannato a morte. Chi emerge dai flutti, somiglia a uno salvato dal pericolo di morte. Egli riacquista una nuova vita. Il battesimo per immersione: un'immagine e una similitudine della partecipazione del battezzato alla morte e risurrezione di Cristo!

Ma la spiegazione non finisce qui. La forma di amministrare il battesimo mediante infusione - nella Chiesa primitiva di solito si battezzavano persone già adulte - consta di due eventi. Il battezzando ha già trovato la fede prima del battesimo. Conosce la sua nuova situazione, si dichiara per Dio e attende da lui soltanto la salvezza e la santificazione. Si accosta all'acqua e scende in mezzo ai flutti. Questo passo compiuto nella fede è un presupposto indispensabile e nello stesso tempo anche una dimostrazione del desiderio del candidato. Di più egli non può fare. La purificazione e la santificazione vera e propria vengono da Dio. Di qui l'acqua versata che scende sul battezzando venendo dall'«alto»; di qui anche il ministro del battesimo, che versa l'acqua sul battezzando. Nessuno può battezzare se stesso!